Sandro Negrini - "la tua arte ... ovunque, nel mondo" by Giuseppe Russo

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Sandro Negrini

Nato in provincia di Bologna, da sempre con la passione per la letteratura, nonostante studi e lavori tecnici.

Ritrova, nei corsi dell’Uniporto con il docente Giuseppe Russo, l'occasione per riprendere a scrivere, con grande soddisfazione.

"Natale artistico al Castello Svevo" - (cliccare sulla foto per un ingrandimento della stessa)

Una volta ...

Si stava meglio una volta,
ehhhh una volta … sì ...
non è più come una volta ...
una volta c'erano le mezze stagioni
una volta eravamo tutti più contenti
una volta il dottore era il dottore ...
Cari signori,
avete fatto del passato un mito,
il presente non vi piace,
del futuro avete paura,
la soluzione è semplice:
tornate a vivere nel passato,
come una volta,
non è difficile:
basta rinunciare
a case comode e riscaldate,
a vasche e docce con acqua calda,
a frigoriferi pieni di ogni ben di Dio,
ad armadi strapieni di vestiti,
a cassetti che esplodono di biancheria,
a scarpe che non si sa dove metterle.
E ritornare alla stufetta,
lavarsi nella tinozza,
avere due vestiti, uno per la domenica,
uno per gli altri giorni.
Ricevere dal fratello maggiore
tutto il riutilizzabile
e peggio ancora per chi, come me,
aveva una sorella più grande.
Ritornare al pranzo della domenica,
gli altri giorni ... dieta.
Riavrete le mezze stagioni,
e, in tante parti, la neve
da novembre a marzo,
con influenze, polmoniti e geloni ai piedi.
Ma ci sarà il dottore
a curarvi con dedizione,
fino a più o meno cinquanta anni,
che tanto durava la vita,
non gli ottanta di oggi.
Rinuncerete a ferie, vacanze, fine settimana.
Niente telefono,
ritorneranno le lettere ai parenti ...
“Noi stiamo bene,
come pure speriamo di voi ...”
la risposta il mese dopo.
La TV, per chi l'avrà, a un canale
così non ci si confonde.
Vorrei timidamente insinuare un dubbio:
non è che una volta era tutto così bello
perché avevate vent'anni
e non settanta come oggi?
E … un avvertimento
per chi tornerà
alla vita di campagna di una volta:
Quando, dietro una siepe,
vi spazzerete il … con l'erba
fate molta attenzione … all'ortica!!

*** *** *** *** ***

Sintesi – 2

Giulio Cesare
Nobile che più nobile non si può,
ricchissimo,
sconvolse tutti guidando il partito opposto,
quello democratico.

Genio militare e politico,
grande scrittore,
inventore della sintesi,
“veni vidi vicit”.

Da vero democratico,
amante del genere umano,
femminile e maschile.

Aveva anche qualche stranezza:
giocò ai dadi il passaggio
di un fiumiciattolo.

Non sopportava la calvizie,
mascherata da una corona d'alloro
e le pugnalate di amici e parenti,
per di più all'inizio della primavera.

Osservazione finale:
partito democratico,
pugnalate tra compagni di partito ...

Una storia infinita.

*** *** *** *** ***

Giacomo Leopardi

Giovane fortunato,
nato in una famiglia nobile
con una vasta biblioteca.

Giovane infelice,
prigioniero in una vasta biblioteca
di una nobile famiglia.

Quando, dimentico di Silvia,
dimentico della donzelletta di campagna,
finalmente prese il volo,
passero solitario,
era ormai tardi.

Le ali deboli
non poterono evitare il naufragio
nel mare amaro della vita.

Per Lui che ha riempito l'infinito
di dolci, romantici versi,
immensi nella musicalità,
per Lui il fato, il destino, la sorte
hanno scritto solo una pagina
di prosa da tragedia.

*** *** *** *** ***

Il maestro di Poesia

Il maestro di Poesia
ha una voce grave e profonda,
non legge,
racconta la propria vita,
anche nei versi sconosciuti.

La Poesia è un insieme di parole
suoni tonalità accenti.
È un'emozione di gioia, di sofferenza,
allegra, triste o drammatica.
Verità e fantasia.

Per vivere
deve essere trasmessa, portata
a chi ascolta.
Portata con le mani, come un dono,
uscire dallo sguardo
per arrivare agli occhi,
volare sospesa sulla voce.

Possiamo leggerla tante volte,
impararla a memoria
come bambini a scuola,
ma arriva veramente nel profondo
ascoltata dalla voce
di un Maestro.

*** *** *** *** ***

Il nostro Maestro di Poesia

Il nostro maestro di Poesia
è bolognese,
quindi bonario, simpatico,
gentile, spiritoso,
ironico anche.

Divertente.

È snello, dinamico,
generoso, disinteressato.

Sa fare amare la poesia,
con voce profonda
sguardo suadente,
sotto la folta chioma.

Conosce anche la musica
e il bel canto.

Ha molta molta pazienza.

Non è monotono,
alcune cose che ho detto,
nel tempo, le ha cambiate.

Indovinate quali !?!?

*** *** *** *** ***

A tutti manca qualcosa

A tutti manca qualcosa,
perché non ci è stato dato
e ci spettava,
perché l'abbiamo sciupato, perso,
perché lo volevamo anche se non ci spettava
è un qualcosa che cerchiamo ogni giorno
che ci fa vivere sul margine del possibile
e dell'impossibile,
sul confine del reale e del sogno,
un desiderio sempre vivo
che solo l'età attenua.

Una voce da lontano dice:
“usa ciò che sei”
se sei un falegname usa il legno,
un fabbro il ferro,
un contadino la terra,
un pescatore il mare.

Se ti manca la vista ascolta,
se non hai l'udito guarda,
se non puoi parlare scrivi,
se puoi solo pensare pensa,
il tuo pensiero non è poca cosa
attraversa lo spazio e il tempo
si stende su tutta la terra
giunge alle menti più attente
che lo faranno proprio,
lo porteranno più avanti.

Alcune importanti scoperte
sono avvenute contemporaneamente
in luoghi molto distanti,
i pensieri si erano parlati
il tuo pensiero può fare quello
che altri uomini non faranno mai
perché distratti a vivere.

*** *** *** *** ***

L'autunno della vita

C'è stato il tempo
dell'entusiasmo,
dell'euforia.
Ogni giorno qualcosa di nuovo,
qualcosa di più.
Non si viveva la vita,
la si divorava.
Poi i giorni caldi
del fare, del pensare, andare, ritornare, costruire,
incominciare, finire, ricominciare
e ancora finire.
Ora è autunno,
tutto si quieta.
Diminuisce la luce del giorno,
come il tempo che ho davanti.
Il sole ha meno calore, meno energia
come le mie braccia.
La nebbia e la foschia
confondono le linee, attenuano i colori.
Stringo forte gli occhi,
li riapro:
la nebbia c'è ancora
non è andata via.
Le piante che ho messo nella terra
hanno dato i loro frutti,
molti erano buoni.
Qualcuno è rimasto ancora,
lo mangerò lentamente, come meditando.
Ce ne saranno ancora ...?
La pelle delle mani,
foglie cadute sull'erba umida del mattino.
Non guardo le immagini del passato,
nemmeno del presente.
Comprendo ora il poeta che oscurò gli specchi.
Ma l'autunno mi piace,
mi fa sentire ... bene,
dolcemente malinconico
tristemente felice.
Non penso, non voglio pensare
alla stagione che verrà
dopo.

*** *** *** *** ***

Il mare

Tutte, tutte le volte che scendo da casa
e mi affaccio sul mare
ho un senso di stordimento, di vertigine.
È facile da capire quando il mare
è un tumulto di onde
una fantasia di colori,
ma quando è piatto, uniforme?
Viene da pensare:
meglio un panorama di montagne o città,
varietà di forme, colori, suoni,
il mare è comunque di più.
È un amore che non nasce dalla vista, dai sensi,
ma dal nostro sconosciuto profondo.
Quando ci innamoriamo di una persona
fra milioni di persone,
non è la più bella, la migliore,
eppure amiamo lei, solo lei.
Non interessa capire.
O forse nel mare ricordiamo
la nostra prima antica remota casa.
Nel mare è nata il primo accenno di vita,
quindi anche la mia.

*** *** *** *** ***

Concorso di poesia

Non riesco a chiamare le cose che scrivo poesie,
sono in magica terra di Recanati,
so bene che servono altre parole, non certo le mie.
Si, alcuni apprezzamenti ci sono stati
da una persona a me molto cara
dal maestro Giuseppe, fine dicitore,
ma il vero talento è innato, non si impara
nemmeno componendo per mille ore.
Ad un concorso ho comunque partecipato,
per provarmi, per gioco, per curiosità
null'altro ho atteso, ho sperato
se non far parte della comune socialità.
Seguite con scrupolo le regole dettate
numero dei versi, soggetti, argomenti
passione, attenzione, non lesinate
che tutto fosse corretto, fosse nei tempi.
Ho atteso, con un briciolo di emozione,
trascorso il tempo stabilito,
l'arrivo di una qualche comunicazione
ma nulla è giunto, niente ho sentito.
Poi, una serata stile anni sessanta,
passeggiando davanti al castello
leggo, e la sorpresa è tanta,
l'annuncio in un piccolo cartello,
nel pomeriggio è avvenuta la premiazione,
ma come! Senza un cenno, un rigo, una telefonata!
A bassa voce dico: un po' di educazione,
e la cerimonia andava meglio annunciata.
Avrei voluto conoscere e applaudire
i tanti che sicuramente sono più capaci,
le loro magnifiche opere sentire
partecipare agli applausi agli evviva, ai baci.
In fondo ... cosa volevi sperare,
l'hai detto tante volte tu stesso,
la modestia della tua opera non può aspirare
a venire apprezzata, ad aver successo.
Poi … vanità e presunzione han preso il sopravvento,
forse le mie POESIE son troppo profonde, troppo ardite,
così ho concluso in un sol momento
eh certo non le han premiate, non le han capite!!!!

*** *** *** *** ***

Tu, chi sei?

Succede di giorno,
mi trovo nella mente
delle frasi incerte,
sembrano contenere qualcosa.
Poi, quando la notte è più profonda,
il silenzio indisturbato,
sento una voce, forse la mia,
riprendere quelle parole,
aggiungerne altre,
cancellarle riprenderle cambiarle
in un vortice di suoni e immagini.
Come, in autunno,
enormi branchi di storni
compongono nel cielo immagini fluide,
ora allungate, ora rotonde e dense,
così vedo comporsi uno scritto
in continuo cambiamento,
ora esile come un filo,
ora allungato a fine pagina.
Ma io ho sonno, vorrei dormire,
ma inutilmente.
E mi agito, ho caldo, ho freddo,
mi giro e rigiro,
tanto che poi al mattino
quello che indosso
me lo trovo come avvitato sopra.
Poi, finalmente,
torna il silenzio e il sonno.
Qualche giorno dopo,
con vera penna e vera carta,
scrivo …
ma la voce non è andata via,
è presente alle mie spalle,
suggerisce una virgola,
toglie una congiunzione,
semplifica.
Infine, con una carezza, mi dice:
ora va bene, puoi leggerla.
D'accordo, la leggerò.
Ma, tu ... chi sei?

*** *** *** *** ***

Sintesi

D'accordo, non sono un poeta,
però ... però una dote me la riconosco,
la capacità di riassunto, di sintesi.
Forse perché non sopporto i discorsi lunghi,
i romanzi interminabili.
Forse perché ho il sacro terrore
della perdita di tempo
della noia.
Meglio poche semplici chiare
parole.
Faccio qualche esempio,
voi giudicate.

I Promessi Sposi
Un tontarello e una timorata di Dio
vogliono sposarsi.
Un cattivo e un cattivone
lo impediscono.
Poi il cattivone si pente
e tutto torna a posto.
Nel frattempo c'è stata
la peste.

Il Gattopardo

Un principe siciliano
vive con distacco e lucidità
il passaggio all'Unità d'Italia,
e pone una domanda:
meglio un Gattopardo
o un branco di lupi?
Ancora oggi non so
rispondere.

La Divina Commedia
Il Sommo Poeta
sale sul pulpito
e ci fa la morale,
con molte allegorie.
I peccatori, secondo Lui,
vanno all'inferno e soffrono
tremendamente.
I buoni vanno in paradiso
e sono felici.
Tutto perché l'hanno
cacciato da casa.

La scoperta dell'America
Un genovese, forse, coraggioso,
esperto di uova e navigazione a vela
ritiene che, per andare a prendere
i tesori dell'India,
sia meglio andarci dall'altra parte.
Una regina di buon cuore,
pur di toglierselo di torno,
gli fornisce tre barchette
e quattro manigoldi.
E lui parte e arriva anche,
trova gli indiani, ma non l'India,
causando il più grosso equivoco
della storia.

Vangelo (secondo me)
Un giovane rivoluzionario,
probabilmente biondo,
disturba i vecchi padroni della religione.
Li infastidisce, li contesta
tanto che lo vogliono morto.
Ma per aggirare il comandamento
“NON UCCIDERE”
ad ammazzarlo devono essere altri:
i Romani.
Tanto loro il comandamento
mica ce l'hanno.
Ma gli va male,
il Giovanotto, anche se morto,
diventa abbastanza famoso
e ha un certo seguito.
Come vorrei vederlo resuscitare
anche oggi.

Iliade
Lei lo pianta e fugge con un giovanotto aitante,
lui non si rassegna alla fine della relazione e
la insegue per mare e per terra,
arrivando a scatenare una guerra devastante
pur di riportarsela a casa.
Storia comune quando lo stalking
non era reato.
N.B.:
Precisazione dovuta e un po' indelicata
mi scuso con le signore presenti, la comune
dicitura “guerra di Troia” si riferisce alla
città e non alla protagonista.

Odissea
Lui passa dieci anni giocando alla guerra
sul cavallo di legno,
poi, anziché tornare, gironzola per altri dieci,
usufruendo delle grazie di maghe
e giovani fanciulle.
Ai suoi compagni va molto peggio:
muoiono tutti.
Torna a casa sull'isoletta e trova la moglie ancora lì
ad aspettarlo.
Donna d'altri tempi.

La conquista della luna
Il dio Apollo
prende la forma di navicella lunare
e si posa sulla luna.
Ne esce uno strano essere
goffo e informe
che mette piede sul suolo lunare,
calpestando così, oltre la luna,
i sogni dei bambini,
la fantasia dei poeti.
E anche la mia.

*** *** *** *** ***

Vieni all'Uniporto

Ho detto ad un amico: smetto di lavorare,
vado in pensione,
sei matto, risponde,
non è una buona decisione,
finirai stravaccato sul divano,
la faccia da rimbambito,
sul telecomando si muoverà,
annoiato, un tuo dito.

Io, invece, proprio con il dito,
gli faccio no no, hai torto
e gli sventolo sotto il naso
il programma dell'Uniporto.

Qui puoi passare la terza, la quarta
e anche la quinta età,
di materie e argomenti interessanti
ne trovi in quantità.

Un altro posto credo non ci sia
dove puoi veramente incontrare la poesia,
quella alta, grande, famosa di Leopardi
e quella semplice di chi,
iniziando ora, crede non sia troppo tardi.
E poi teatro, pittura, scienze, lingue,
filosofia, letteratura, informatica,
danza, cinema, teologia.
E vari capitoli di storia
e altri ancora, non li so tutti a memoria,
con un nome importante
da tenere a mente:
Università della formazione permanente,
fatto in libertà, leggerezza e buon umore
che fa del bene anche al nostro cuore.
E se credi che l'età sia ormai troppo avanti
ti rassicuro subito, i riferimenti sono tanti,
a cominciare dal sommo Poeta
che indicando alla razza nostra la meta:
seguir virtute e canoscenza,
si rivolse, dall'alto della sua sapienza,
non ad un manipolo di giovani e forti eroi,
ma a vecchi già lenti nel cammino,
più o meno gente come noi.
E pazienza se, continuando
nella loro ricerca perenne
alla fin fine ci lasciarono tutti le penne.
Per lentamente e dolcemente invecchiare,
restiamo aperti alla curiosità,
al conoscere, al pensare.
E qui mi fermo un momento,
mi faccio serio
che di essere chiaro
ho un profondo desiderio,
i nostri pensieri sono cosa viva,
sono potenti, sono importanti
credo ne siamo consapevoli tutti quanti.
Se lanciamo verso il cielo
pensieri di bellezza, di pace, d'amore
tutto il mondo, ne sono certo,
sarà un po' migliore.
Ora vedo sul tuo viso
un pensiero preoccupato,
ma chissà quanto costa,
di risorse sono un po' limitato.
Ma dai, l'Uniporto
ti fa addirittura risparmiare,
per ogni altra cosa il tuo borsellin
ben di più dovresti disturbare.
Vieni a seguire i corsi,
vecchie e nuove emozioni rivivrai,
della gioventù gioie e passioni.
Non potrai però più dire:
a questo mondo va tutto storto
dopo aver conosciuto le persone
che han dato vita all'Uniporto.
Diremo, assieme al Presidente
e a quella meravigliosa gente
un'unica breve parola
che ne contiene mille, anche da sola:
grazie.

*** *** *** *** ***

Grazie alla Poesia

La poesia, come la primavera,
ha la capacità di sorprendere, di stupire.
La sorpresa, lo stupore,
sono dei bambini, dei giovani.
Se restiamo aperti alla sorpresa,
restiamo giovani.
La poesia svela l'animo
di chi la scrive, ovviamente,
ma anche l'anima
di chi la sceglie per leggerla.
Ho scoperto da un paio di poesie,
che la persona che vive con me da tanto tempo
si considera
donna difficile, fatta di cose nascoste.
La prima, donna difficile,
potevo capirlo anche da solo,
ma così è tutto più chiaro.
Grazie, poesia.

*** *** *** *** ***

Alla ricerca della Silvia perduta

Voglio comporre una grande poesia,
con versi immortali,
che rimanga nella storia
della letteratura.
Mi ispiro ai grandi del passato,
appena appena, che nessuno
se ne accorga.
Comincio così:
Ispirami, o diva, la via lesta
ch'io ritrovi la mia Silvia.
Tanto gentile, tanto onesta pareva
… pareva ... se n’è andata
con un tale ... Paolo
autor di un romanzetto galeotto,
ma galeotto fu chi lo scrisse.
Silvia, ti prego,
non andare sempre fuggendo
di gente in gente,
rimembra ancora quando
dall'ermo colle alla campagna
cantando andavi,
finché non moriva il giorno.
L'armonia errava tutt'intorno.
… ho fatto la rima, che bravo!
Non vuoi più toccare le sacre sponde
ove il tuo corpo di fanciulletta giacque,
quelle chiare fresche e dolci acque?
Non sciupare così la giovinezza,
che pur fugge tuttavia,
non fare ch'io sia un vecchierel
canuto e bianco!
… “anche perché manca poco ...”
Monterò la cavallina storna
brava a riportare chi non ritorna.
Mi guiderà chi ha molto viaggiato,
l'uom da multiforme ingegno,
attraverso le Alpi, fino alle piramidi,
oltre il Manzanarre e il Reno,
fra la nebbia degli irti colli,
nella Romagna solatia
dove tenne il Passator cortese,
sì cortese, non come quell'altro,
Caronte, sempre incazz ... crucciato,
meglio crucciato.
Finalmente ti troverò,
e m'illuminerò d'immenso.
Tu, stanca, all'ombra del melograno
Da’ bei vermigli fior,
sparsa le trecce morbide
sull'affannoso petto,
petto e crine che ornerò con rose e viole,
dal mazzolin di fiori
che vien dalla montagna.
Ecco, ho finito, ... mi chiedo
sarà vera gloria?
Ai posteri l'ardua sentenza!!!!!!

*** *** *** *** ***

Legame primitivo

Poco è stato il tempo
dove ho avuto il luogo
delle mie radici,
un tempo che ho capito
quando l'ho perso.
Il verde di una tenda
sulla terrazza
fatuo ricordo
del verde interminato
della campagna.
Città, paesi, case
si susseguono, cambiano,
lasciano un senso di vuoto,
di effimero, di passeggero,
di debole ancoraggio.
Ora che ho vissuto tanto
e tanto ho conosciuto
sento il bisogno
di un albero a cui tornare,
da tenere a mente
quando sono lontano,
di un pensiero
che si trasforma in un sorriso.
Ora la casa delle mie radici
non ha muri e finestre,
né stanze e pavimenti,
ma ha braccia
e occhi,
i tuoi.

*** *** *** *** ***

La cucina e l'amore

-qual'è il tuo piatto preferito?
 -lasagna verde
-ti piace molto?
 -moltissimo, non sai quanto
-potrei dire che ne sei innamorato, che l'ami!
 -da impazzire
-potresti mangiarla per una settimana ...
 -oh! Sì con grande piacere
-e per un mese?
 -per un mese?... beh sì anche per un mese, perché no!
-e per un anno?
 - ... beh, io adoro la lasagna verde, è vero, ma un anno è lungo ... non saprei ...
-io invece penso che se ti dessi da mangiare la tua adorata lasagna verde per un anno intero, tu alla fine, andresti a cercare ... che so spaghetti in bianco e riso bollito ...!
 -spaghetti in bianco e riso bollito a me!! ma va ... però, dopo un anno intero di solo e soltanto lasagna verde ... due spaghetti ... un risottino ... magari non sarebbe poi così male ... forse forse ... hai ragione!
-certo che ho ragione, in cucina, come in amore, per conservare l'appetito, bisogna mettere nel piatto anche un po' di fantasia. Vedi, caro, l'amore non muore mai per fame, può morire per indigestione o ... noia!

*** *** *** *** ***

Il maestro

Il maestro lavora il suo campo,
un cane lo sorveglia, poco lontano,
da un po' più in alto.

I movimenti del maestro
sono calmi, misurati, riflessivi.

Lavora con impegno ed efficacia,
ma se oggi non ha finito,
torna domani e poi domani ancora.

Ogni tanto si ferma ad ascoltare,
ascolta anche il silenzio.

Se piove si protegge sotto un albero
e aspetta.

Tornerà a splendere il sole.

Il maestro ha conosciuto l'inquietudine
l'insoddisfazione, il sottile dolore
che spingono continuamente a cercare
qualcosa di nuovo, qualcosa di più, di diverso
da quello appena lasciato alle spalle.

Come salire sull'albero delle ciliege,
quelle più rosse, più buone
sono sempre sull'altro ramo.

Il maestro ha conosciuto
il fuoco della tensione
che consuma e inaridisce una vita amara.

L'ha conosciuto, l'ha combattuto, vinto
e spento.

Ora, semplicemente, vive.

*** *** *** *** ***

Amicizia

Si vive di emozioni,
senza emozioni, il respiro,
il pensiero, il battito
sarebbero vuoti, senz'anima.
Ricordo ancora il primo dolce fremito
quando una bambina si rifugiò a me
perché un cane l'aveva spaventata.
Bambino io, bambina lei,
quanta dolcezza,
quanto calore sconosciuto
in quel abbraccio.
L'amore, eh l'amore ci fa volare,
per vincere la gravità
non è necessario andare nello spazio,
basta innamorarsi.
Non sono mai riuscito a comprendere
quelli che si innamorano
sui banchi di scuola
e poi festeggiano
anniversario su anniversario,
quaranta, cinquanta.
Ma come hanno fatto, come fanno?
Bravi, bravi davvero, complimenti
complimenti e qualche dubbio,
però sono assieme e sembrano contenti
e questa è una verità,
una verità che solo loro conoscono.
Gli amori più intensi
sono anche i più terribili.
Sono quelli nascosti, quelli segreti,
dove si toccano vette
non altrimenti raggiungibili.
Poi cambiano, poi finiscono.
Se fossi molto più bravo,
se avessi un granellino
della grandezza del sommo poeta,
scriverei un nuovo girone dell'inferno
il girone dove mettere gli amori finiti.
Anche il lavoro vive momenti eccitanti,
quando si raggiunge
una posizione di comando,
piccola o grande che sia,
ci si sente come un semidio.
Gli uomini che hai attorno
ridono delle tue battute, anche se brutte,
anche se uguali a quelle del giorno prima.
E tu pensi, guarda questi, li prendo in giro
e loro ridono.
E loro pensano, ma guarda questo,
pensa di prenderci in giro
e invece è solo rimbambito.
Le donne ti osservano a distanza,
capiscono i tuoi pensieri
e nascondono i loro.
Poi ci sono le notti tormentate
dove non vorresti che l'alba arrivasse
perché sai che comunque devi andare
anche se non sai cosa fare
oppure lo sai bene,
e ti schiaccia come una montagna.
C'è tanto di bello nel gioco, nello sport.
Quando vinci, ti senti un guerriero omerico,
i muscoli che il giorno dopo ti fanno male,
ti fanno bene.
Quando perdi a farti male sono
lo stomaco e il fegato,
e ti fanno solo male.
Quando puoi correre per tutto il campo,
sei felice, sei veramente felice.
Poi il campo diventa sempre più grande, immenso,
e solo arrivare alla metà è una fatica,
Allora smetti, e appendi le scarpe
al classico chiodo,
e vedi il tempo che piano piano, le distrugge.
Un giorno, quasi scusandoti, le butti via.
Gli amici vivono una parte della tua vita,
quelli vecchi e quelli nuovi.
Quando guardi quelli vecchi,
ti fanno tenerezza,
sono cambiati, sono più lenti,
un po' goffi, portano gli occhiali.
Di me dico “è vero, ho meno capelli in testa,
ma guardate quante rughe in più sulla faccia”.
Ho letto che il bello del futuro
è che viene poco alla volta,
certo se venisse di colpo,
che colpo ci farebbe venire.
C'è l'amico che parla sempre,
delle stesse cose
e tu l'ascolti perché …
perché è un amico.
C'è quello che devi trascinare,
quello che dimentica tutto,
quello che devi frenare
per non trovarlo su un albero
o in mezzo ai guai.
Però, quando sei con loro,
entri in un mondo magico,
risate, ironie, ricordi,
e stai proprio bene.
L'amicizia non sale sull'Everest,
non scende nella Fossa delle Marianne,
anzi, l'amicizia non scende mai
sotto il pelo dell'acqua.
Ha qualcosa di meraviglioso e unico:
è per sempre.

*** *** *** *** ***

Io e te infinitamente

Stiamo così bene assieme
io e te,
siamo molto simili.

Io finestra aperta
tu persiana chiusa
io linea curva
tu dritta dritta
io fantasioso
tu schematica
io dubbio
tu dogma
io bosco
tu deserto del Gobi
io si vive di emozioni
tu anche no
io casa felice
tu casa pulita
io io vivo
tu io lavoro
io ma chissenefrega
tu ma cosa dice la gente
io è simpatico
tu non lo so
io senso ironico
tu senso letterale
io bolognese
tu milanese
io bolognese allegro ottimista
tu milanese isterica nevrotica
io tagliatella
tu risotto
io ragù
tu zafferano
io centro storico
tu centro commerciale
io autobus
tu metro … politana
io belle le scarpe con il tacco
tu voglio le ballerine
io un po' di colore addosso
tu nero nero
io andiamo anche ...
tu voglio tornare a casa
io che bello prendere il sole
tu mi ha stancato
io che bella l'alba sul mare
tu ho sonno
io la luna riflette sull'acqua
tu come ieri
io ho sonno
tu io leggo
io giornale
tu libro
io racconti
tu romanzi
io il Gattopardo
tu Guerra e Pace
io bentornata a casa
tu ciao
io affettuosità, passionalità
tu senza accenti
io tutti i giorni
tu raramente
io un nuovo modo di fare l'amore
tu non c'è
io andiamo ...
tu non ne ho voglia
io ti voglio un gran bene
tu anch'io
io ti amo
tu mi ami.

Stiamo proprio bene assieme
tu e io.

*** *** *** *** ***

Niente e nessuno

È stato facile partire
dal luogo dove un destino,
un dio, forse,
mi ha fatto crescere.
La mia famiglia,
la mia casa, la mia vita,
una sola grande maceria.
È stato facile staccarsi
dal niente e nessuno rimasti.
Non una voce a dirmi
non andare, rimani,
c'è ancora speranza.
Sono stato un granello di sabbia nel deserto,
una goccia nel mare.
Sono arrivato con la mia pelle
color della notte
e, come la notte, invisibile.
Per farmi vedere
dovrei ridere, sorridere almeno.
Proprio non ci riesco.
Ora chiedo a voi
che un altro destino,
un altro dio, forse,
ha voluto in altra terra,
chiedo a voi
perché avete paura di me,
di me che non ho niente
e sono nessuno?

*** *** *** *** ***

Scrivere oscuro

Ho sempre pensato
qualcuno dirà “è sbagliato”
che quando si legge uno scritto
di capirlo si abbia diritto.

Si scrive, credo, per trasmettere un sentimento
e il lettore afferrare in un momento,
senza doversi arrovellare
senza dover la mente consumare.

A tutto c'è eccezione,
non è esclusa nemmeno la comprensione.

“Amor ch'a nullo amato amar perdona”
solo a leggerlo, così bene suona,
sono anni che cerco, ma ancor non conosco
cosa c'era di profondo nel cuore di quel tosco.

Ma è scritto da Dante Alighieri
era il milletrecento, non certo ieri.
Per conoscere lo scritto oscuro
non c'è un metodo sicuro,
è sicuro, invece, che si paga con la moneta
più preziosa che possiede sia il villan che il poeta:
l'ha scritto Seneca, non ho dimenticato,
il tempo nostro non va mai sprecato.

Se tu scrivi per te e pochi amici
comprenderai che non tutti ne sono felici,
a cominciare da chi ti abita vicino
che già litiga con l'italiano, non solo col latino.

Ti voglio esprimere la mia povera opinione
non certo degna della tua attenzione.

Caro Zanzotto, con tanto rispetto,
te lo dico in modo diretto:
tu scrivi come ti pare
che io ho altro da fare!

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Dizionario creativo della lingua italiana

Nel Dizionario Creativo si intende elaborare il più profondo e, finora sconosciuto, significato di alcune fra le più importanti parole della nostra meravigliosa lingua.
Nel massimo rispetto di quanto fatto in precedenza da autorevoli Autori.

POLENTA: si ricorda l'esclamazione “santa polenta” che le signorine venete di famiglie modeste pronunciavano quando, per la settima volta, si trovavano nel piatto la solita pietanza.
L'affermazione veniva comunque effettuata a bassa voce per non incorrere in uno scapaccione della cuoca.

DA POLENTA: facoltosa famiglia romagnola che, in epoca medievale, ebbe l'onore di ospitare il sommo Poeta durante l'esilio. I maligni sostennero che il Padre della nostra lingua scegliesse quella destinazione nella ragionevole certezza di aver sempre qualcosa con cui nutrirsi.
A confutare l'ipotesi, si può osservare che un simile toscanaccio avrebbe preferito certamente altri alimenti, per esempio, i fagioli, particolarmente se fatti all'uccelletto.
Il Vate non considerò che, in una zona di mare, si faceva abbondante uso di un altro alimento in quanto poco costoso, da qui il celebre verso: “quanto sa di sale la polenta altrui”.

SIMILITUDINE: un altro Dante, meno celebre, ma molto importante per l'autore in quanto zio materno, ricorse ad una efficacia ed esplicativa similitudine per descrivere l'accaduto in una vacanza estiva a Pinarella di Cervia.  Avendo avuto vicine di ombrellone signore mature ed esageratamente prosperose, così descriveva il loro adagiarsi sulla spiaggia, per la precisione su un fianco:
“la pancia si stendeva sulla sabbia come la polenta sul tagliere quando si rovescia il paiolo”.
L'autore garantisce l'assoluta autenticità di quanto appena descritto.

ULIVO: importante e maestosa pianta mediterranea, con sovente il tronco di forma contorta, come ad esprimere una notevole sofferenza.
Si possono formulare due ipotesi: la prima si riferisce alla consuetudine in alcune zone, fra cui il nostro Paese, di sventolare la domenica precedente la Pasqua, grandi quantità di rami tagliati dalla povera pianta in maniera selvaggia e immotivata. Tanto più che la suddetta domenica continua ad essere chiamata “Domenica delle Palme” e non dell'Ulivo come doveroso, anche a parziale indennizzo del danno subito.

Seconda ipotesi: la pianta è universalmente conosciuta come simbolo di pace. Inutile citare la biblica colomba con rametto di ulivo nel becco. Purtroppo, recentemente, un folto e variegato gruppo di politici ha deciso di riunirsi attorno alla pianta in questione per concordare le migliori azioni per il bene della Patria. Le lodevoli intenzioni sono rapidamente degenerate in rissa, litigi,
calci negli stinchi, ricatti e coltellate alla schiena. Tanto che la povera pianta, alla vista dell'indegno spettacolo, si è seccata schiantandosi rovinosamente al suolo.
Purtroppo non risulta che nessuno dei valenti personaggi sia rimasto sotto, come sarebbe stato giusto e sacrosanto.
Alla tragedia si aggiunse la farsa: i geniali personaggi in questione non erano gente di poco conto, tanto da essere comunemente chiamati “Gruppo di Prodi”.

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