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Pittura, quella di Portaleone, di marcato vigore espressivo, che si realizza nell'immediatezza della rappresentazione, che non si avvale di artifici od orpelli ma va direttamente all'essenza delle cose.
Con il colore che, con protagonista, delinea e costruisce l'impianto compositivo.
Il disegno, ben definito ed equilibrato, sembra voler esclusivamente delineare l'impianto plastico e si sviluppa solo come pretesto per esaudire l'urgenza cromatica.
E l'insieme sembra rievocare i percorsi della memoria, dove si accavallano immagini idilliache, alla ricerca di un tempo ed ambienti perduti.
Le nature morte e le figure meglio assecondano la maturità artistica, in quanto il segno è più meditato e rivela una maggiore ricerca di contenuti.
Questa dicotomia tra una pittura serena ed una più impegnata rivela cambiamenti di umore, ma l'emotività, la spontaneità non vengono mai meno.
Si ravvisa sempre una forte vena sentimentale, anche se frenata da una naturale vigoria, sia disegnativa che cromatica.
Un artista con una forte personalità che è senz'altro suscettibile di sviluppi successivi e di una promettente evoluzione.
Uno "sguardo" all’opera di Guido:
Subito notiamo la continua ricerca di sperimentazione formale ed espressiva, sia per quanto concerne i soggetti rappresentati che per i materiali utilizzati, sia per l’impiego delle varie sfumature del colore finalizzate a oggettivare personali emozioni e suggestioni.
Chiunque osservi, in particolare, i dipinti di Guido Portaleone può provare immediatamente l’impressione che l’artista tragga ispirazione, con animo commosso e stupito, sia dal contemplare una realtà quotidiana sia da soggetti consacrati da opere "classiche".
In molte opere ci propone, infatti, scorci paesaggistici noti e meno noti, quasi sempre trasfigurati da un occhio che si incanta a coglierne non solo la bellezza esteriore ma il messaggio più intimo e suggestivo che hanno i "luoghi dell’animo": quei luoghi e quegli scorci urbani che parlano della bellezza del paesaggio, di cultura, di tradizione, di belle e ben strutturate architetture, di lavoro operoso e condiviso.
Ecco allora le torri, le chiese e i campanili, gli scorci urbani di borghi ove il tempo sembra essersi, indulgentemente, fermato, il porto col fascino delle vele al vento e le barche, o i quadri per la pesca con i gabbiani che svolazzano in attesa di facili prede, i semplici gesti dei pescatori, la campagna con i suoi fiori e i suoi vividi colori.
In queste opere Guido utilizza, sapientemente, una policromia, a volte più vivace e intensamente corposa a volte più tenera e delicata, proprio per trasmettere a chi osserva i propri moti interiori, le suggestioni scaturite da osservazioni, da recuperi memoriali più o meno trasfigurati o realisticamente vivi.
Altre opere esulano dal paesaggio e si collegano ad una tradizione artistica consolidata: la deposizione, la crocifissione, la natura morta, la figura umana.
Dense di pathos risultano le opere a soggetto religioso grazie alla rappresentazione delle pie donne: volti che sono maschere di dolore e corpi catafratti in vesti e sai che sono simbolo di un dolore immenso che avvolge, opprime pesantemente l’animo.
Nel rappresentare la figura umana Portaleone ci propone quasi una provocazione artistica ed interpretativa: figure eleganti dai volti senza espressione (simbolo dell’incomunicabilità o della perdita di identità individuale) e la figura di una giovanissima donna dal volto intensamente assorto, con gli occhi chiusi, (simbolo di quel ripiegamento in se stessi, di quell’intimo travaglio, pudicamente inconfessato, tipico degli adolescenti).
Un’altra caratteristica delle sue opere è anche la "contaminazione" che egli opera: suscitano curiosità ed interesse i dipinti in cui troviamo, in primo piano, nature morte (spesso rappresentate con vivacissimi, intensi colori, a volte sgargianti) e sullo sfondo uno scorcio panoramico urbano ed architettonico di grande valore artistico.
Guido crea così un effetto di interno/esterno, di quotidiano e usuale in rapporto con magnificenza architettonica come se volesse suggerire all’osservatore di fruire in ugual misura, della bellezza artistica e della bellezza della natura, valori estetici che possono e devono convivere in rapporto di reciproca valorizzazione.
Fra le opere dell’artista possiamo annoverare, inoltre, anche sculture in materiale “povero” o meglio di riciclo e quindi interessanti sia dal punto di vista del messaggio ecologico che per la resa figurativa.
Ecco allora che troviamo modellata, con la sua graziosa e leggera figura, una fanciulla, una danzatrice e subito, quasi in contrasto, un guerriero e un cavaliere medievale: massicci, grevi, nascosti nelle pesanti armature che ci trasmettono un senso di forza minacciosa ma anche di sofferenza e fatica; ecco, poi, la figura polimorfa del Minotauro, con la sua mostruosità accentuata dalla pesantezza della figura, dal tozzo tronco e dagli arti appena sbozzati.
Guido Portaleone, insomma, ci appare un artista degno di essere osservato e seguito sia per le diverse soluzioni artistiche e figurative proposte che per quel coinvolgimento emotivo, quella passione per la propria opera che si coglie nei dipinti e nelle sculture.
(Prof. Vito Antonio Laurino)